Arrivati ieri al calare del sole all’inizio della salita al Monte Nemrut, non avevamo potuto ammirare più di tanto il paesaggio circostante.
Questa mattina al risveglio si apre davanti ai nostri occhi un’ampia vallata, brulla ma non per questo priva di luci e colori.
Riprendiamo il percorso per salire alla cima del monte,  e parcheggiata la moto nel piazzale situato alla fine della strada pavimentata proseguiamo lungo il ripido e scosceso sentiero pedonale che conduce all’antica tomba, santuario del re Antioco.
La luce abbagliante del sole insieme ad un vento costante che sembra soffiare in tutte le direzioni, rende il luogo inospitale ma contemporaneamente affascinante.
Facciamo un po’ di fatica…ma finalmente raggiungiamo la meta! Si apre davanti a noi la terrazza Est della tomba.
Dopo essere ridiscesi ed avere bevuto il tradizionale the, riprendiamo il cammino in direzione di Diyarbakir e successivamente verso il Lago di Van, percorrendo le terre nell’antichità chiamate Mesopotamia.
Attraversiamo con un traghetto il fiume Eufrate e viaggiando in un paesaggio lunare con la presenza di rocce basaltiche arriviamo alla città di Diyarbakir.
Da lì, dopo qualche difficoltà causata da immensi lavori in corso sulla strada che dovremmo percorrere, finalmente ci incanaliamo nella direzione giusta e… via verso Tatvan, che dovrebbe essere la meta di questa sera.
Arriviamo a Tatvan che ormai è buio, troviamo un albergo, tassativamente con Wi-Fi, e ci fermiamo!

Nei pochi giorni finora trascorsi in Turchia abbiamo potuto riscontrare un aspetto ricorrente da tenere presente se si viaggia attraverso questo Paese. Le strade, anche quelle a scorrimento veloce, confluiscono quasi sempre nei centri abitati e non c’è  per ora possibilità di evitare così il traffico cittadino. Inoltre la continua presenza di cantieri stradali volti all’ampliamento delle sedi stesse e la realizzazione di tangenziali,  rallenta parecchio la media della velocità. Sicuramente nei prossimi anni, grazie a queste opere la viabilità risulterà parecchio agevolata.
Altro aspetto verificato, perlomeno in questa stagione, è il notevole sbalzo termico tra le temperature durante le ore di sole e dopo il tramonto. Infatti non sono rari sbalzi termici nell’ordine dei 12-15 gradi non appena il sole cala. Quindi, a chi viaggia in moto, attenzione all’abbigliamento adeguato.
 
Ieri purtroppo non abbiamo potuto scrivere a causa della mancanza di connessione internet dell'albergo dove alloggiavamo...
quindi in data odierna ci saranno due post... ecco il primo!
La sveglia stamane è programmata per le 4,15 ora locale ( 3,15 in Italia) poiché alle 4,45 il servizio navetta degli hot air balloons ci preleverà per portarci al campo di decollo situato nel centro della valle di Goreme.
Dopo colazione a base di caffè biscotti, panini etc.  offerta dall’organizzazione e  aver “famigliarizzato” con  gli altri partecipanti, veniamo radunati tutti nelle vicinanze di una quarantina di mongolfiere (che possono ospitare sino a 25 passeggeri cadauna) per il decollo. E’ stato impressionante vedere una concentrazione di giganti gonfi di propano così vicini tra di loro  che quasi in contemporanea hanno spiccato il volo. Tra queste mongolfiere partirà anche la nostra.
L’ascesa è velocissima e possiamo ammirare le cime delle formazioni rocciose da una prospettiva completamente differente. Consigliamo a Tutti una simile esperienza.
Tornati alla pensione e consumata la seconda “prima colazione”, carichiamo la ns fidata compagna di viaggio e partiamo….. è già tardi!
Oggi l’itinerario prevede di spostarci a nord-est in direzione del monte Nemrut, senza definire un luogo preciso di sosta per la notte. Nel tardo pomeriggio, dopo aver percorso poco meno di 600 km, arriveremo in realtà all’interno del parco nazionale, lungo la salita del monte stesso. Pernotteremo in un simpatico albergo, che scopriamo poi essere già meta di parecchi motociclisti italiani.
Lasciata alle nostre spalle la Cappadocia, percepiamo ben presto che oltre al paesaggio, muta rapidamente anche la condizione di vita degli Abitanti e purtroppo ci rendiamo conto che questa condizione rappresenta forse lo standard del Paese, o perlomeno delle aree di campagna lontane dalla città e dalle mete turistiche più “gettonate”.
Ai nostri occhi si presentano frammenti di vita agreste del passato, che peraltro nessuno della nostra generazione ha potuto vivere in prima persona, sembra di vivere in diretta, un racconto del passato.
 
La giornata è dedicata ad addentrarci nelle valli circostanti Goreme, dove si trovano la maggior parte delle caratteristiche formazioni rocciose che rendono famosa in tutto il mondo questa zona.
Paesaggi surreali ai quali certamente non siamo abituati. Oltre alla particolare conformazione della roccia, colpisce la nostra attenzione l'opera degli uomini, che in epoche lontane hanno saputo ricavare dei veri e propri villaggi, scavando la roccia.
La giornata si conclude con la visione dello spettacolo dei Dervisci rotanti che si sono esibiti in una danza sacra all'interno di una grotta.
 
La giornata inizia con doppia colazione: la prima, quella dell’albergo, e la seconda pochi minuti dopo, nel negozio del barbiere dove Dario decide di farsi fare “barba e capelli”.
Il signore gentilissimo, insiste, prima di iniziare il suo lavoro, per farci bere un the e mangiare un dolcetto tipico, visto che anche lui stava facendo colazione.
Terminata l’avventura barbiere, si parte per visitare la moschea di Esrefoglu, edificata alla fine del 1200,  il cui interno è realizzato interamente in legno (compresa la struttura portante).
Dopo esserci tolti gli stivali da moto, e dopo che Sabrina si è coperta il capo, visitiamo l’interno; un signore in preghiera, parlando solo in turco, cerca di darci qualche spiegazione, supportata dai cartelli esplicativi, relativamente alla storia della moschea e delle tombe dei suoi fondatori in essa conservate.
A metà mattina lasciamo definitivamente Beysehir e puntiamo in direzione di Aksaray, fermandoci qualche chilometro prima per visitare Sultanhani.
Si tratta del caravanserraglio più grande e importante della Turchia, utilizzato per molti secoli in passato dai commercianti e le proprie carovane.
E’ ormai il primo pomeriggio e dopo qualche chiacchera scambiata con dei passanti, è veramente ora di raggiungere il cuore della Cappadocia.
Decidiamo di percorrere per raggiungere Goreme, la valle di Ihlara, e ne vale la pena perché il paesaggio è davvero straordinario, soprattutto a Selime con la sua cattedrale di roccia che ospita Chiese e abitazioni.
Ma non abbiamo tempo di fermarci… ci aspetta la visita della città sotterranea di Derinkuyu, per poi cercare di giungere a Goreme prima del tramonto.
Sono ben otto i piani scavati sotto terra, dove una serie di labirinti si intrecciano facendoti perdere completamente l’orientamento.
Tra i cunicoli qua e là si aprono stanze più o meno grandi che in passato servivano ad ospitare persone, animali e cose.
Riemersi sani e salvi ci beviamo un meritato the alla mela (gli otto piani si fanno attraverso scale anguste dove è necessario camminare pressochè a gattoni), e ripartiamo per l’ultima tappa della giornata, Goreme.
In realtà giungiamo a Uchisar e lo spettacolo che si presenta davanti agli occhi è inimmaginabile e varrebbe a nostro avviso da solo un v in Turchia.
Domani esploreremo meglio tutta la zona.

 
Stamattina siamo veramente tra i primissimi a visitare il sito di Pamukkale... è stata una scelta casualmente indovinata, poichè dopo neanche un'ora eserciti di turisti  "invadevano" il luogo...
Lo spettacolo che appare davanti agli occhi, anzi meglio sotto ai piedi (dal momento che per entrare bisogna camminare a piedi nudi), è a dir poco surreale.
Si riparte verso metà mattina per spostarci verso est e avvicinarci alla Cappadocia...per strada ci ferma una pattuglia, è la seconda... la presenza della polizia è veramente forte...noi abbiamo avuto fortuna in entrambi i casi!
Transitiamo nella zona dei laghi di Egirdir e Beysehir, attraversando meleti infiniti.
Ci fermiamo in un'azienda produttrice per una breve visita, dove ci spiegano che la maggior parte del raccolto è destinato alla produzione di succhi.
Decidiamo di pernottare a Beysehir, simpatico paesino in riva all'omonimo lago.
E domani... verso la Cappadocia...
ciao!
 
Colazione in riva al mare, in compagnia di gatti e cani più o meno randagi... e poi si parte subito verso il sito archeologico dell'antica città di Pergama.
Poco prima della destinazione notiamo però lungo la strada una fabbrica artigianale di tappeti, che non possiamo trattenerci dal visitare. Neanche  il tempo di parcheggiare la moto nella corte di questa caratteristica e antica officina, che un signore ( che in seguito si rivelerà il responsabile della cooperativa) ci accoglie calorosamente parlando peraltro in italiano e ci invita a visitare il suo atelier.
Tra dimostrazione delle varie lavorazioni, esposizione di diversi tappeti e relativa illustrazione delle diverse simbologie raffigurate nei vari tappeti, the finale di benvenuto....probabilmente ci passiamo quasi due ore.
Fa niente, ne è valsa veramente la pena!
Ripartiamo e giungiamo finalmente a Pergama, che visitiamo.
Il nostro itinerario ci porta verso Efeso... ma non avevamo calcolato che le strade in Turchia passano quasi sempre dal centro dei paesi... e se il paese in questione è una città come Smirne... beh vuol dire perderci almeno un'ora...
Veloci veloci tappa ad Efeso, che in realtà necessiterebbe di una giornata per essere visitato interamente e via verso Pamukkale e le sue famose fonti termali.
Ci arriveremo al calare del sole, giusto in tempo per trovare una camera in una caratteristica datata pensionicina con una magnifica terrazza su cui servono colazione e cena.
Abbiamo cenato a base di Cop Sis di pollo (spiedini) e polpette, le tipiche Kofte... tutto gustosissimo!
a domani!

Ah dimenticvamo... anche oggi non siamo riusciti a sfuggire dall'essere ospiti per una buona mezz'ora in una stazione di servizio... questa volta della Shell, sorseggiando amabilmente in compagnia dei gestori succhi di frutta di vari gusti...
 
Oggi finalmente possiamo  immergerci veramente nello spirito della Turchia. Salta subito all'occhio il grande divario tra tradizioni e usanze che sopravvivono da tempi remoti e lo sviluppo economico moderno , che in certi scorci contrastano un pò come contrasta  il  gelato al cioccolato mangiato insieme a quello al limone...
Lasciata questa mattina la cittadina di Edirne, scendiamo lungo la dirittura principale verso lo stretto dei Dardanelli (la E87 - D550) che attraversiamo con un veloce traghetto e poi diritti verso Bergama, meta stabilita per la notte. in realtà decidiamo di pernottare in un paesino sul mare nelle vicinanze (Dikili).
Lungo  il tragitto incontriamo cantieri stradali ovunque, praticamente stanno raddoppiando le corsie. Una breve puntata al sito archeologico di Troya e via ancora verso sud attraverso vere e proprie foreste di Olivi.
Un aneddoto, questa mattina dopo un centinaio di km dalla partenza ci siamo fermati in un'area di servizio nuovissima nell'intento di bere un caffè, non dovevamo fare riornimento e quindi abbiamo chiesto direttamente il caffè. Dopo averci fatto capire che non erano attrezzati (non parlavano Inglese), probabilmente dispiaciuti di non poter soddisfare la nostra richiesta, hanno improvvisato un accomodamento con tanto di tavolino e sedie e ci hanno preparato un the casalingo. Dopo aver bevuto il the e dopo aver prelevato dal dispenser  una bottiglietta d'acqua da portare con noi, abbiamo chiesto quanto dovevamo loro per il disturbo e l'acqua .... bene non c'è stato verso nè di pagare nè tantomeno di lasciargli una mancia ..... siamo rimasti senza parole, anche questa è Turchia.
a domani
 
Lasciamo presto la nostra camera a Nis per cercare un posto per la prima colazione; l’alloggio, che era un appartamento suddiviso in camere, non prevedeva nessuna possibilità di ristorazione.
Così abbiamo l’occasione per provare la tipica colazione serba… l’appetito tornerà solo a tardo pomeriggio, dopo aver percorso chilometri e chilometri di strade statali, poiché fino oltre Sofia non troveremo più autostrada.
Per cercare di velocizzare i tempi abbiamo scelto di non attraversare il centro di Sofia ma di percorrere il cosiddetto TRANSIT, una specie di tangenziale che ci porta a costeggiare la città…regalandoci anche il piacere di un po’ di sano off road sull’asfalto.
Avrete già immaginato le condizioni del manto stradale, nettamente peggiore di quello trovato fino ad oggi.
Avanti ancora fino al confine…è Tuchia!
Decidiamo di fermarci ad Edirne, la prima vera cittadina incontrata dopo il confine, e alloggiamo in un vecchio albergo del centro… stiamo ancora cercando di capire, perchè le informazioni dei gestori sono vaghe e confuse, ma probabilmente si trattava di un Caravanserraglio… adesso andiamo ad indagare!

 
840 sono i chilometri della tappa odierna; lasciamo Sezana sotto una pioggia fitta e 17 gradi di temperatura, ma poco dopo splenderà ancora un cocente sole, che ci terrà compagnia con i suoi 37 gradi per tutto il giorno.
La giornata consiste di un lungo e un pò noioso trasferimento autostradale attraverso Slovenia, Croazia, e Serbia.
Ovunque vediamo terra bruciata per la siccità.
Le autostrade sono ben tenute, le aree di servizio moderne e assolutamente ben tenute non mancano, troviamo cordialità e disponibilità ovunque.
 
Ci lasciamo alle spalle il ns Lago Maggiore nelle prime ore del pomeriggio, per giungere a Sezana (Slo) verso sera.
Tutto il tragitto con temperature comprese tra i 34 e i 37 gradi, un vero piacere!
A domani

    Turkey! (English Version)

    Turchia

    Ecco la meta per quest'anno: la Turchia, tra moschee, templi romani, meraviglie della natura, the e chiacchere...

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