Ecco una piccola anticipazione del nostro prossimo filmato...

 
Bene, la moto rientra nel box, il viaggio si conclude e come alla fine di ogni viaggio si è un pò contenti per essere tornati a casa e forse un pò più scontenti per non poter il mattino successivo salire in sella e continuare ad esplorare. Certamente rimarrà in noi indelebile il ricordo di una terra ricca di contrasti, ma abitata da un popolo caratterizzato dalla spontanea attitudine all'ospitalità.
9.500 circa i km percorsi, lungo strade che purtroppo non sempre abbiamo trovato in buone condizioni. L'asfalto spesso presenta forti irregolarità ed è "vetrificato", quindi bisogna prestare sempre attenzione.
Fortunatamente, la presenza pressochè costante di cantieri stradali, volti alla manutenzione e ampliamento delle corsie, farà si che nei prossimi anni la situazione migliorerà nettamente.
Nessun inconveniente alla moto che ci ha portato a spasso con un confort complessivamente buono.
Più che soddisfacente il consumo che si è attestato sulla media totale del viaggio a 4,4 lt x 100 km, anche perchè in Turchia la benzina è ancora più cara che in Italia, brava giessina!
Ora è tempo di pensare alla prossima meta.....
Ciao a tutti!
 
Da Budapest, attraverso l'Austria martoriata da piogge torrenziali, con tappa sulle Dolomiti in Val Pusteria (6 gradi)... Ecco il nostro rientro a casa...
 
Lasciamo la cittadina di Nis e proseguiamo la "risalita" verso casa; per non rifare lo stesso percorso dell'andata decidiamo di rientrare dall'Ungheria e dall'Austria.
Costeggiando campagne infinite lasciamo alle spalle la Serbia e entriamo in Ungheria, solo dopo un'attesa estenuante alla dogana. Meno male che siamo cittadini europei che rientrano in Europa...
Arriviamo nel tardo pomeriggio a Budapest, troviamo una sistemazione da un affittacamere ed usciamo ad esplorare la città.
 
Partiamo un pò presto questa mattina la città di Istanbul, per evitare il traffico. In 45 minuti circa ci lasciamo alle spalle la metropoli, percorrendo circa 33 Km per attraversarla.
Ci dirigiamo verso Edirne, ricalcando lo stesso itinerario dell'andata. Attraversiamo la Bulgaria, evitando la città di Sofia grazie a una strada principale di transito, che più che una strada si può definire un tracciato: l'asfalto è "vetrificato" e grossi solchi segnano la carreggiata, rendendo la guida in moto poco piacevole.
Oltrepassiamo il confine Serbo e decidiamo di pernottare nella stessa "zimmer" dove ci eravamo fermati all'andata (Nis).
Le camere sono accoglienti, i gestori simpatici e disponibili, con un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Consigliamo a chi dovesse decidere di pernottare a Nis di consultare il  loro sito
http://www.4roomsapartments.com/

A domani!
 
 
Ieri è stata una giornata di solo trasferimento da Giresun, per portarci il più possibile verso Istanbul; ci siamo fermati a Gerede, in un albergo in mezzo al nulla, o meglio in mezzo alle pinete, a 1500 metri d'altitudine.
Stamattina ripartiamo per percorrere gli ultimi 350 km circa ed arrivare ad Istanbul; dalla periferia, superato il ponte sul Bosforo, al nostro albergo ci impieghiamo una buona ora in mezzo a un traffico intenso.
Ci resta il pomeriggio, che decidiamo di dedicare alla visita del Gran Bazar. Sapevamo già, entrando nel Bazar, che sarebbe stato impossibile uscirne in tempo per vedere altre particolarità della città... decidiamo quindi di rimandare il resto delle visite a domani.
 
Pensavamo di aver superato la zona di produzione del the, ma ben presto questa mattina ci accorgiamo che in Turchia di the se ne consuma e se ne produce tanto... infatti abbiamo avvistato aree collinari di produzione fino alla cittadina di Rize.
Da lì abbiamo infatti deviato per raggiungere un paesino di montagna consigliatoci da alcuni amici, Ayder.
Molto suggestivo, con costruzioni in legno tipiche delle zone montane.
Ridiscendiamo, e quasi a valle decidiamo di sostare per un the; ci fermiamo in un locale con una bellissima terrazza affacciata sul fiume e facciamo subito conoscenza con il proprietario. Ci spiega che la sua attività consiste nell'organizzare corsi ed escursioni di rafting, e che anche lui possiede una piantagione di the, e con orgoglio ci informa sulla quantità di prodotto che ottiene ogni anno dal raccolto. Per aiutarsi nella spiegazione chiama i suoi giovani nipoti... passa così un'oretta, e dobbiamo veramente riprendere il cammino.
Infatti la meta principale stabilita per la giornata è il monastero di Sumela.
Trasferendoci verso Trabzon scopriamo che le vallate che si affacciano sul Mar Nero, oltre che per il the, sono famose anche per la produzione di nocciole, che vengono poi esportate in varie parti del mondo. Ovunque ai lati delle strade, lungo le banchine in riva al mare, si trovano gruppi sparsi di persone che stendono il loro raccolto di nocciole, rivoltandolo frequentemente per agevolare l'essicazione.
ma... dicevamo...la meta principale di oggi è Sumela, considerato uno dei più importanti monasteri al mondo. Un tortuoso e lento percorso ci porta sino al piazzale. Il luogo è affollatissimo, macchine e pulmini formano un via vai ininterrotto....e una lunga coda all'ingresso ci fa subito desistere dall'intento di provare a visitare il monastero. Anche perchè la nostra idea è di spostarci ancora un pò verso ovest prima di sera. Ci accontentiamo così di qualche foto scattata dall'esterno.
Nel proseguire il viaggio non possiamo fare a meno di ammirare ancora il gran da fare che le nocciole danno agli abitanti della zona.  E ancora una volta ci rendiamo conto che spesso in questo meraviglioso paese molte attività della vita quotidiana si svolgono proprio sulla strada.
Con un percorso altrettanto tortuoso di quello che ci aveva portato fino a Sumela, ritorniamo lentamente verso il mare, di nuovo attraverso vallate ricche di noccioli, e ci fermiamo in una simpatica cittadina, Giresun.
 
La giornata inizia con una breve visita al mercato bovino di Kars, e abbiamo avuto la fortuna di assistere a uno spettacolo che forse abbiamo visto solo in qualche film.
Poi proseguiamo e il resto dell'itinerario si rivela ricco di sorprese; infatti ormai abituati da giorni alla vista di un paesaggio che avevamo pensato "tipicamente turco", siamo rimasti stupiti dalla differente caratterizzazione di quest'area situata nelle vicinanze del confine con la Georgia. Pascoli infiniti a oltre 2000 metri di quota, popolati da bovini, ovini e persino da gruppi numerosissimi di oche, trasmettono la sensazione di una fervida e serena, seppur povera, vita rurale.
Proseguendo il paesaggio muta ancora, fino a ricordarci e quasi riportarci alle nostre alpi! non avremmo mai immaginato di trovare in Turchia delle panoramiche simili.
Le strade si inerpicano in tracciati impervi, e molti tratti sono oggetto di lavori in corso.
L'ultima meta prevista per la giornata è l'area geografica di coltivazione del the... piantagioni di the a perdita d'occhio sui versanti ripidissimi delle colline...ma come faranno a lavorarle? Teleferiche diffuse capillarmente consentono di trasportare in paese le sacche contenenti i germogli delle piante del the, che vengono poi stivate e trasportate da autocarri fino ai centri di lavorazione.
Ci fermiamo a dormire a Hopa, ultima cittadina affacciata sul Mar Nero prima del confine con la Georgia.
 
Lasciamo Tatvan di prima mattina per costeggiare il lato ovest del Lago di Van, che ci appare subito nel suo splendore e nel suo colore blu intenso. E' un lago di acqua salata dalle dimensioni notevoli, infatti risulta per estensione il più grande della Turchia. La vista del lago ci tiene compagnia per oltre 160 Km.
Giunti alla punta estrema nord proseguiamo verso Dogubayazit per raggiungere l'Ishak Pasa Saray, considerato una delle più importanti testimonianze di architettura di fine epoca ottomana. Conosciamo Abramo, una guida locale, studente universitario, che nel poco tempo che gli dedichiamo ci informa un pò sulla storia del palazzo.
Ridiscendiamo dal colle dell'Ishak Pasa perchè anche se non è più prestissimo la nostra intenzione è di raggiungere Kars per pernottarvi...ma mancano ancora parecchi chilometri, quindi...via!
Ma dopo poco siamo già fermi poichè di fronte a noi appare in tutto il suo splendore la più importante montagna di Turchia, l'Agri Dagi, meglio da noi conosciuto come Ararat.
E' davvero imponente, con la sua cima perennemente innevata (è alto 5.165 metri)... non possiamo far altro che fermarci ad ammirarlo e fotografarlo aspettando il momento in cui le nuvole lasceranno maggiormente visibile la cima.
Ci aspettano ora circa 130 chilometri in mezzo al nulla, su un altopiano in quota tra i 1.900 e i 2.000 metri, costeggiando il confine con l'Armenia; la strada ci porterà sino a Kars (alt. 1750 mt), dove pernotteremo.
Durante tutto il percorso compreso tra la fine del Lago Van e Kars, che peraltro fiancheggia per un tratto anche il confine con l'Iran, abbiamo notato una forte presenza militare, sia con mezzi mobili lungo le strade, sia per la presenza di innumerevoli basi militari.

Ieri ci siamo dimenticati di raccontarvi un fatto accaduto nel pomeriggio; eravamo fermi lungo la strada per una sosta, quando siamo stati affiancati da un signore disabile, che viaggiava a bordo di un motorino a tre ruote, che prontamente (seppur non parlande nè inglese nè la nostra lingua) ci ha fatto capire che era disponibile ad aiutarci se ne avevamo bisogno...
Non siamo certo abituati a manifestazioni di sincera solidarietà ed interesse come questa

    Turkey! (English Version)

    Turchia

    Ecco la meta per quest'anno: la Turchia, tra moschee, templi romani, meraviglie della natura, the e chiacchere...

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